L’unico modo per combattere certe giornate fredde e grigie è pensare alle nostre vacanze, al relax, alle mete che vorremmo raggiungere per riposarci un po’ e staccare la spina. Ma vi siete mai chiesti quando nasce il concetto di “vacanza”?
Luglio 1900, prima estate del nuovo secolo, sulle pagine del giornale popolare “ La domenica del Corriere” compare per la prima volta il termine vacanza. Una nuova parola che di fatto avvia un nuovo modo di occupare il tempo libero e, di conseguenza, un nuovo costume collettivo. Per secoli il viaggio è stato considerato un’esperienza prima educativa, poi sentimentale, alla stregua dei percorsi intrapresi da prestigiosi letterati che sceglievano i luoghi di vacanza per trovare ispirazione e raccontarne poi gli esiti in romanzi o testi letterari. Fino a metà Ottocento però, in una società fondamentalmente agricola il viaggio è ancora di esclusivo appannaggio delle classi aristocratiche per dare una connotazione diversa all’ozio e al relax. Gli spostamenti sono generalmente verso la campagna, dove vengono costruite le case estive per sfuggire al caldo delle città e poter praticare le attività all’aperto e gli sport. Le località di mare vengono escluse dalle destinazioni preferite, anche perché sono associate a condizioni negative e disdicevoli per le classi alte.
Lo sviluppo dei mezzi di locomozione come la bicicletta prima e l’automobile poi, insieme al miglioramento delle vie di comunicazione, incentiva gli spostamenti verso mete dove passare il tempo libero. La conseguenza è la scoperta di nuovi luoghi di vacanza, di mare o montagna, scelti come occasioni di incontro, divertimento e benessere. Determinante in proposito è la diversa considerazione dei bagni di mare, non più destinati solo agli ammalati, ma a tutti gli individui alla ricerca dei piaceri del corpo. Si comincia ad apprezzare il sole sulla pelle come condizione di benessere, favorita anche dal bagno rigenerante che induce piacere ed energia, ma pure per il potenziale potere di seduzione. Vacanza diventa sinonimo di evasione, divertimento.
Per rispondere alle nuove esigenze si trasformano anche le città delle ferie, mutando paesaggi fino a quel momento monotoni e uniformi. I maggiori cambiamenti si verificano nelle città di mare, con la costruzione di alberghi, villaggi turistici e di strutture dedicate al tempo libero. Da qui la pubblicità delle località turistiche e dei prodotti legati alle vacanze ( significativa è la prima comparsa, nel 1936, sui giornali italiani della réclame dell’abbronzante Ambra Solare) costituisce un segno tangibile della trasformazione sociale.
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