venerdì 30 marzo 2012

Le Cinque Terre e la Via dell’Amore

Fonte: Wikipedia
18 chilometri di scogliere che si estendono tra Levanto e La Spezia, panorami mozzafiato e natura incontaminata: queste sono le Cinque Terre, meta turistica ideale per vacanze da sogno.  A formare le Cinque Terre sono appunto cinque paesi: Monterosso, Vernazza, Riomaggiore, Manarola e Corniglia, piccoli borghi di pescatori caratterizzati da vicoli stretti, con colori e profumi unici. Dal 1997 sono tutelate come patrimonio dell’Umanità e sono sede di un parco nazionale e di una riserva marina.
In particolare, tra Riomaggiore e Manarola si estende uno dei percorsi escursionistici più celebri d’Italia, la cosiddetta Via dell’Amore, tracciato ripido che si affaccia proprio sul mare delle Cinque Terre. La storia di questa “passeggiata” è legata a quella della ferrovia Genova – La Spezia: agli inizi del ‘900 durante i lavori di ammodernamento della ferrovia si rese necessaria la realizzazione di una galleria tra Riomaggiore e Manarola. Per poterla realizzare era necessario l’uso delle mine, motivo per cui si costruì una polveriera lontana dai due centri abitati e di non facile accesso, e due sentieri scavati nella roccia a picco sul mare che partivano dai due centri abitati appunto, Riomaggiore e Manarola, accessibili solo per gli addetti ai lavori. A fine lavori la polveriera venne smantellata ma rimasero i due sentieri, che vennero uniti e allargati ad opera di due esperti locali. La strada nuova così ottenuta iniziò da subito ad essere utilizzata dagli abitanti del posto come percorso breve e veloce per collegare i due centri. Subito la strada catturò l’attenzione dei turisti, che restavano affascinati dalla romanticità del luogo, per questo la strada venne ribattezzata Via dell’Amore. Lungoi tutta il percorso pedonale si trovano delle panchine, scavate anch’esse nella roccia, che permettono di sostare e godere dello stupendo panorama. Da non perdere!

lunedì 19 marzo 2012

Dolomiti di Brenta: un paradiso per gli scalatori

Il complesso montuoso di Brenta sorge a ovest della Val d’Adige, fuori dei limiti geografici della regione dolomitica. Nonostante questo però presenta le caratteristiche geologiche e paesaggistiche tipiche delle Dolomiti. Le profonde valli bagnate dal fiume Noce e le piane del Sarca contribuiscono ad isolarlo completamente dai gruppi montuosi circostanti.
Numerose valli, scavate lungo il massiccio centrale, apportano un notevole contributo al patrimonio paesaggistico del Parco Naturale Adamello-Brenta; tra le aree più suggestive possiamo annoverare Vallesinella con le sue pittoresche cascate, la val Brenta, l’incantevole Val d’Agola e, sul versante orientale, la selvaggia valle delle Seghe e la valle che accoglie il celebre “lago rosso” di Tovel. Il Gruppo di Brenta mostra cime che superano i 3000 metri e formano un grandioso anfiteatro al centro del quale si apre il valico più importante e frequentato dell’intero complesso montuoso: la Bocca di Brenta. Quest’ultima divide la dorsale rocciosa della Cima Brenta (3150metri) e della frastagliata Catena degli Sfulmini, dal massiccio in cui si elevano il Crozzon di Brenta e la Cima di Tosa, che con i suoi 3173 metri costituisce il punto più elevato dell’intero gruppo. Per la sua estensione e la facilità d’accesso , il Brenta è uno dei complessi montuosi più frequentati delle Alpi. Prediletto dagli scalatori, questo gruppo montuoso offre grandi soddisfazioni anche agli escursionisti, grazie ad una fitta rete di sentieri che collegano i suoi numerosi rifugi. Particolare interesse merita la “Via delle Bocchette”, itinerario alpinistico attrezzato che si svolge ad alta quota attraverso le “bocchette”che si aprono tra una cima e l’altra, toccando tutti i rifugi principali. Grazie alle scale ferrate, ai ponticelli e alle corde fisse che permettono di superare i paesaggi più impegnativi, anche gli escursionisti non particolarmente esperti hanno la possibilità di scoprire e conoscere da vicino il mondo solenne e affascinante delle Dolomiti di Brenta.

giovedì 8 marzo 2012

Intavolata e lo Scoglio della Regina


Foto da www.intavolata.com
Se per le vostre vacanze in Calabria avete scelto una zona della provincia di Cosenza, il mio invito è quello di non perdervi la zona di Intavolata.

Intavolata è un promontorio a picco sul mare nel comune di Acquappesa. Grazie alla sua posizione gode di una vista spettacolare, ma Intavolata è noto soprattutto per il suo centro storico, dove si possono ancora trovare edifici di grande valore storico come la chiesa di Santa Teresa che conserva cimeli come una scultura antica di San Giuseppe e una statua di Santa Teresa risalente al 1849.

Caratteristico di Intavolata è lo scoglio che si trova di fronte alle sue spiagge, lo Scoglio della Regina, che si può raggiungere attraverso un sentiero lungo circa un chilometro a piedi; lo scoglio si erge dalle acque limpide della zona e offre uno spettacolo stupendo. L’origine del nome è legato ad una leggenda: sembrerebbe che una coppia di giovani sposi appartenenti ad una grande dinastia reale che navigavano diretti ad Oriente alla ricerca di risposte sulle cause dell’infertilità della Regina, furono costretti a sostare in una grotta sullo scoglio in attesa di venti favorevoli.

Mentre sostavano sullo scoglio la Regina, passeggiando sulla spiaggia, trovo un piccolo fiume in cui scorreva acqua calda, dove prese l’abitudine di immergersi ogni giorno, fin quando si accorse di un mutamento nel suo corpo che altro non erano che i segnali di una gravidanza.

Gli sposi felici per l’avvenimento e incantati dalla bellezza del paesaggio decisero di restare per qualche tempo sul grosso scoglio, mentre nei paesi limitrofi si diffuse la voce che l’acqua calda che sorgeva spontaneamente in quelle terre possedesse virtù medicamentose.

lunedì 5 marzo 2012

Alla scoperta delle Isole Egadi


Fonte: Wikipedia
Le antiche Aegates, oggi le isole Egadi, sono formate da Favignana, il capoluogo, Levanzo, Marettimo e i ben più modesti isolotti di Formica, sede di una tonnara abbandonata, e di Maraone.
Questi luoghi furono abitati fin da epoca preistorica, nel Paleolitico superiore, come testimoniato dai ritrovamenti nelle grotte di Favignana e Levanzo. Proprio quest’ultima località, chiamata anticamente Phorbantia, riveste un grande interesse geologico per la presenza di numerose grotte, tra cui quella del Genovese, la cui esplorazione ha portato alla luce pitture rupestri e graffiti che, secondo gli studiosi della materia, sono l’esempio di varie “facies”culturali di epoche diverse (Paleolitico-Mesolitico). Ci sono figure incise di animali e figure umane, intente alla caccia o alla danza e idoli che inducono a riconoscere momenti culturali connessi a riti propiziatori. Risulta estremamente gradevole una gita in barca lungo le dirupate coste dell’isola dove si aprono numerose grotte e vi si innalza il Faraglione, un masso roccioso a forma conica unito alla terra da un breve istmo. Marittimo, detta anticamente Hiera, ha invece un territorio esclusivamente montuoso, tranne nel breve tratto costiero dove si adagia il nucleo urbano dell’isola e il porticciolo. La cima più alta raggiunge rapidamente, con il Monte Falcone, quota 686 metri; da qui lo sguardo spazia su tutti i versanti dell’isola e sulla vicina costa del trapanese. Marittimo è senza dubbio la più suggestiva del gruppo delle Egadi, ricca di sorgenti, verdeggiante, con acque pescose e limpide. Il giro in barca lungo le coste è di grande valore naturalistico e geologico: nelle scoscese pareti rocciose si aprono numerose grotte marine, calette e vi si ergono scogli pittoreschi. Favignana, l’antica Aegusa, ha rivelato la presenza di un insediamento fenicio-punico, grazie a una iscrizione sulla parete di un ipogeo proprio in lingua punica. In età normanna venne fortificata con due roccaforti: quella di Santa Caterina e quella di San Giacomo. Favignana è sede della più importante tonnara della Sicila dove ogni anno si svolge la tradizionale “mattanza”. La pesca è ancora oggi la principale attività economica a cui si è affiancata quella turistica durante i mesi estivi.

venerdì 2 marzo 2012

Sirmione tra storia, terme e vacanze


Sirmione è uno di quei luoghi in Italia che vale la pena visitare almeno una volta nella propria vita. Situato su una penisola che divide il basso Lago di Garda, da sempre rappresenta una località con un fortissimo richiamo turistico. La sua storia, quella conosciuta, comincia nel secondo millennio a.C. e si arricchisce nel corso del tempo dal passaggio di diverse popolazioni. Ad oggi si pensa che il primo insediamento sirmionese sia nato grazie alle caratteristiche di questo luogo: prima fra tutte la sua conformazione di terra circondata dall’acqua e proprio per questa ragione sicura. Fin dall’antichità Sirmione ha rappresentato un luogo di vacanze privilegiato; ne sono testimonianza i resti di imponenti ville nobiliari. Le rovine meglio conservatesi nel tempo sono senza dubbio quelle denominate “Grotte di Catullo”. Si doveva trattare di una villa romana risalente al I sec. d.C. che, per una leggenda che non trova alcun riscontro con la realtà, si è attribuita al poeta Catullo, vissuto in quel periodo. Di epoca ben più recente, parliamo del XIII sec. è invece il Castello di Sirmione, di epoca scaligera. Questa struttura rappresenta un caso molto raro di fortificazione destinata ad uso portuale. Dotato di torri e mura merlate, il Castello scaligero rappresentò una base strategica per il controllo del lago. Risalente invece al 1889 è la scoperta di un getto caldo di acqua sulfurea ad opera di un palombaro veneziano, tale Procopio, che immergendosi a venti metri di profondità nei pressi delle Grotte di Catullo, raggiunse la fonte di acqua calda Boiola. Oggi le Terme di Sirmione rappresentano un’altra delle grosse attrattive di questa incantevole località, dotata di una posizione privilegiata e di un clima sempre mite.