mercoledì 22 febbraio 2012

Nelle Marche al Castello di Gradara

Castello di Grada (Fonte: www.castellodigradara.org)
Al confine tra le Marche e la Romagna sorge uno dei castelli più belli e suggestivi della nostra penisola: il Castello di Gradara. Il suo nome deriva dal latino “grata aura” che significa “aria buona”. La struttura sorge su di una collina che domina la valle e lo sguardo arriva fino al mare. Questo imponente castello racchiude tra le sue mura una storia millenaria, in un incantevole scenario tipico del Medio Evo. Ospiti del castello, nel corso del tempo, furono le principali famiglie dell’epoca medievale: gli Sforza, i Della Rovere, i Borgia e i Malatesta. Fu proprio grazie a questi ultimi che il castello raggiunse lo sfarzo che conserva ancora oggi. Fu difatti proprio la famiglia Malatesta a costruire la fortezza e le due cinta murarie che hanno reso questo luogo inespugnabile per secoli e secoli. Luogo che però ha fatto da sfondo anche a spaventose lotte e battaglie tra casati nobiliari e lo Stato Pontificio. Come accennavamo, gli ambienti del castello avevano, e conservano ancora, preziosissimi affreschi che rievocano episodi mitologici e di epoca classica. Un'altra ragione che ha contribuito a rendere celebre questa Fortezza è stata la drammatica storia d’amore tra Paolo e Francesca, alla cui narrazione Dante Alighieri ha dedicato gran parte del V Canto nella Divina Commedia.
Oggi il Castello di Gradara, che è stato arricchito da diversi feudatari che negli anni si sono succeduti nel dominio di questa zona, è visitabile il lunedì dalle 8:30 alle 13:00 e gli altri giorni dalle 8:30 alle 18:30. Tra le interessanti aree che si possono visitare c’è l’armeria, una sala delle torture, una cappella sul cui altare si trova ancora una terracotta del celebre scultore e ceramista Andrea Della Robbia. Mobili originali del ‘400 e del ‘500 sono inoltre ancora osservabili al piano superiore della struttura. Indimenticabile è poi la passeggiata tra le mura che circondano l’intero castello e non si può non salire sulla Torre più alta, dove il panorama sull’entroterra e sulla costa romagnola rimane nel cuore.

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