Immaginate di camminare lungo un ponte sospeso ed avere davanti un paese che campeggia sulla cima di un colle, tra le vallate formate dai torrenti Chiaro e Torbido. Il paese in questione è quello di Civita di Bagnoregio. La città fu fondata dagli Etruschi circa 2.500 anni fa e, a quei tempi, non era difficile da raggiungere e soprattutto era situata in una posizione molto difendibile.
Ora invece questo borgo, che ha modificato negli anni la sua struttura morfologica, rischia di scomparire, lentamente ma inesorabilmente. Non a caso infatti Civita è stata definita da uno dei suoi figli, Bonaventura Tecchi, “La città che muore”.
Il colle di tufo su cui sorge il paese è minato alla base dalla continua erosione dei due torrenti, che scorrono nelle valli sottostanti, e dall’azione del vento e delle piogge.
Oggi a Civita vivono pochissime famiglie, con la consapevolezza che un domani di questo borgo non rimarrà che un ricordo o una fotografia. Nella piazza centrale dell’antico borgo si erige la suggestiva chiesa di San Donato, all’interno della quale è custodito un Crocefisso di legno della scuola di Donatello e un affresco della scuola del Perugino. Passeggiando per i vicoli del borgo lo sguardo viene sicuramente catturato dalle tipiche case medievali, con piccoli balconcini e scalette esterne dette “profferli”, caratteristiche dell’architettura viterbese del Medioevo. I primi reperti che testimoniano tracce del passaggio umano in questa zona risalgono addirittura al Neolitico. Sono difatti stati trovati numerosi utensili come armi in selce, asce e piccoli coltelli.
Oggi Civita di Bagnoregio appare in tutto il suo fascino irreale, caratterizzato da un’aurea viva e spettrale allo stesso momento. Proprio per la sua particolarità Civita merita sicuramente una visita, prima che si sgretoli e di questo particolare borgo rimanga solo una storia da raccontare.
Ora invece questo borgo, che ha modificato negli anni la sua struttura morfologica, rischia di scomparire, lentamente ma inesorabilmente. Non a caso infatti Civita è stata definita da uno dei suoi figli, Bonaventura Tecchi, “La città che muore”.
Il colle di tufo su cui sorge il paese è minato alla base dalla continua erosione dei due torrenti, che scorrono nelle valli sottostanti, e dall’azione del vento e delle piogge.
Oggi a Civita vivono pochissime famiglie, con la consapevolezza che un domani di questo borgo non rimarrà che un ricordo o una fotografia. Nella piazza centrale dell’antico borgo si erige la suggestiva chiesa di San Donato, all’interno della quale è custodito un Crocefisso di legno della scuola di Donatello e un affresco della scuola del Perugino. Passeggiando per i vicoli del borgo lo sguardo viene sicuramente catturato dalle tipiche case medievali, con piccoli balconcini e scalette esterne dette “profferli”, caratteristiche dell’architettura viterbese del Medioevo. I primi reperti che testimoniano tracce del passaggio umano in questa zona risalgono addirittura al Neolitico. Sono difatti stati trovati numerosi utensili come armi in selce, asce e piccoli coltelli.
Oggi Civita di Bagnoregio appare in tutto il suo fascino irreale, caratterizzato da un’aurea viva e spettrale allo stesso momento. Proprio per la sua particolarità Civita merita sicuramente una visita, prima che si sgretoli e di questo particolare borgo rimanga solo una storia da raccontare.
Bellissima! L'ho visitata due anni fa ed ho pernottato nell'unico "albergo" nel paese.. Una caratteristica locanda con cucina.
RispondiEliminaDa ricordare la passeggiata dopo cena, in un' atmosfera surreale e la domenica mattina con l'arrivo di alcuni visitatori per partecipare alla messa.
Conservo un bel ricordo.
Un'esperienza unica, vero? :-)
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